Il secondo capitolo di Falsissimo sul “caso Signorini” non è mai arrivato online: la Procura di Milano ha disposto il sequestro del girato prima dell’uscita. Al centro, l’ennesimo scontro tra diritto di cronaca e tutela della persona, con conseguenze immediate sul piano giudiziario e mediatico. E mentre le parti alzano il tono, il pubblico resta in attesa di capire che cosa accadrà ai contenuti mai pubblicati.

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Sequestro preventivo, puntata bloccata prima dell’uscita

Secondo quanto raccontato dallo stesso Corona, quattordici agenti avrebbero perquisito casa e studio di produzione, portando via tutto il materiale della seconda puntata, annunciata per lunedì 22 dicembre. La mossa della Procura è arrivata dopo le anticipazioni social e sull’onda lunga della prima puntata, “Il Prezzo del Potere”, che aveva già incendiato il dibattito.

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La denuncia di Signorini e l’ipotesi di revenge porn

Alfonso Signorini, conduttore del Grande Fratello, ha sporto denuncia facendo riferimento all’ipotesi di revenge porn. È un profilo penale delicatissimo che, se confermato dagli accertamenti, sposta l’asse dalla libera informazione alla violazione grave della sfera privata. Al momento, il materiale è sotto esame degli inquirenti.

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La linea difensiva: “Un’intervista può diventare reato?”

L’avvocato di Corona, intervistato da Fanpage.it, contesta l’inquadramento giuridico e parla di “reati gravissimi” che emergerebbero dai video sequestrati, chiedendo che la stessa solerzia della Procura si applichi anche all’analisi di quanto acquisito. La difesa pone una domanda mediatica e legale insieme: fino a che punto un’intervista o la pubblicazione di chat possono integrare un reato?

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Tra i contenuti, anche le parole di Antonio Medugno

Nel materiale sequestrato rientrerebbero anche le dichiarazioni dell’ex gieffino Antonio Medugno, comparso nelle clip di anteprima. Proprio la sua intervista era stata annunciata come una delle chiavi del nuovo episodio, con promesse di documenti e ricostruzioni destinate a far discutere.

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Il racconto social di Corona: “Rigireremo tutto, sarà più forte”

Bloccata la pubblicazione, Falsissimo ha diffuso storie e post in cui parla di puntata “rigirata” e di una versione “ancora più forte e vergognosa”, accusando la Procura di essere “schiava del potere”. Sabato notte, un ulteriore sfogo: “Oggi hanno provato a fermarci, noi non abbiamo padroni”. Tono di sfida, dunque, e promessa di non arretrare sul fronte mediatico.

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I possibili scenari: privacy, diffamazione e diritto di cronaca

La vicenda si muove su confini sottili. L’uso di chat private, immagini e audio comporta verifiche su autenticità, pertinenza, continuità espositiva e soprattutto su lecita acquisizione del materiale. Il diritto di cronaca non copre condotte illecite nella raccolta dei contenuti, né forme di divulgazione inutilmente denigratorie. Sarà l’inchiesta a stabilire se e dove il racconto abbia superato il limite.

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I precedenti: il caso Bova e l’intervento del Garante

Non è la prima volta che Falsissimo incrocia la giustizia. Dopo la puntata su Raoul Bova, il Garante della Privacy ne aveva disposto la rimozione dalla piattaforma, provvedimento salutato con soddisfazione dall’attore e dalla sua legale Annamaria Bernardini de Pace. Un precedente che fa capire quanto la frontiera tra racconto giornalistico e violazione dei dati personali sia sorvegliata.

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Cosa aspettarsi adesso

Il prossimo passo è nelle mani della Procura, che analizzerà i supporti sequestrati e valuterà eventuali ipotesi di reato. Nel frattempo, la difesa di Signorini e quella di Corona si preparano a un confronto tecnico che potrebbe avere strascichi anche civili. Restano le parole d’ordine: accertamenti, riscontri, responsabilità. Il resto è rumore.

Cosa rischia Corona per le accuse a Signorini

Il sequestro della seconda puntata di Falsissimo segna un punto di svolta: la vicenda esce dal perimetro dei social ed entra in quello dei tribunali. Tra prudenza e garantismo, sarà l’indagine a dire se la linea è stata superata — e da chi.

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