E’ successo di tutto in quest’ultima settimana a Viale Mazzini. La notizia dell’esclusione di Pino Insegno dalla nuova stagione de L’Eredità ha mosso il manager del conduttore, il quale si è visto il suo assistito improvvisamente in panchina. Il contratto prevedeva la conduzione del Mercante in Fiera e quella de L’Eredità o di un format simile, motivo per cui sono partite le trattative per capire il da farsi. Nel clima teso è arrivata finalmente la decisione finale: Pino Insegno condurrà un altro game show di successo.
Caso Pino Insegno: L’Eredità va a Marco Liorni
Il flop clamoroso di Pino Insegno nell’ultima breve edizione del Mercante in Fiera pare aver spinto i vertici Rai a rivalutare la posizione del conduttore nell’azienda. Ed ecco che L’Eredità, il quale sembrava saldamente nelle sue mani, è passato ad un altro collega. Si vociferava che l’azienda avesse richiamato Flavio Insinna alla base, ma alla fine il game show, in partenza agli inizi di gennaio, verrà guidato da Marco Liorni. E Pino Insegno invece? L’esclusione dal programma di Rai Uno ha fatto scattare il suo manager, il quale ha avviato una lunga trattativa con i vertici di Viale Mazzini col fine di rispettare i termini contrattuali precedentemente firmati e, soprattutto, proteggere l’immagine del suo assistito. Ed ecco che avrebbe richiesto per lui sia Reazione a Catena che Soliti Ignoti.
Caso Pino Insegno: arriva la conduzione di Reazione a Catena
Dopo una lunga trattativa, il manager di Pino Insegno ha ottenuto parte di quanto richiesto. Niente Soliti Ignoti ma una sorta di alternativa che, tuttavia, vedrà il conduttore ritornare sul piccolo schermo solo nella seconda parte di stagione, a partire dal mese di giugno. Non a caso, con Marco Liorni subito pronto a rimettersi al timone, questa volta a L’Eredità, il suo Reazione a Catena passerà proprio nelle mani di Insegno. Quest’ultimo ha già avuto modo di presentare il game show estivo dal 2010 al 2013 e avrà l’arduo compito di confermare gli ascolti degli ultimi anni condotti dal collega (oltre il 24% di share).
Ci riuscirà oppure assisteremo ad un’altra clamorosa debacle?
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