Andrea Righi, avvocato di Alfonso Signorini è la voce che, nelle ultime ore, ha scelto di intervenire dopo la tempesta mediatica. Intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato a nome del conduttore. Le prime parole pubbliche del direttore di Chi erano state prudenti: “Ho già messo tutto in mano ai miei legali”. Ora, tra indagine per revenge porn, sequestro di materiale e accuse parallele, il caso continua a far discutere.
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L’avvocato di Alfonso Signorini rompe il silenzio
L’intervento dell’avvocato di Alfonso Signorini arriva in un momento delicato, a poche ore dai passaggi più discussi dell’inchiesta e dal confronto pubblico che ne è seguito. Andrea Righi descrive un Signorini ferito sul piano personale ma non intenzionato a farsi travolgere: “estremamente determinato e fiducioso”, dice, nel vedere riconosciute le proprie ragioni. Il legale lascia intendere che potrebbero emergere “elementi nuovi e sorprendenti”, senza però anticipare dettagli. La linea scelta è chiara: difesa sul piano dei fatti e cautela sul piano mediatico, mentre intorno il dibattito continua a polarizzarsi tra sostenitori e detrattori.
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Il punto centrale dell’inchiesta
Nel racconto dell’avvocato di Alfonso Signorini, il rischio più grande è la confusione: troppe ricostruzioni parallele, poco focus sul reato contestato. Righi ribadisce che, “ad oggi”, l’unico profilo in contestazione è il revenge porn e che l’indagato non è il conduttore. La norma, sottolinea, non colpisce solo chi diffonde immagini o video sessualmente espliciti senza consenso, ma anche chi li “sollecita e riceve” con finalità divulgative. È un passaggio cruciale perché sposta l’attenzione dalle suggestioni ai comportamenti concreti: richiesta, ricezione e pubblicazione del materiale.
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Procura di Milano e querela: come nasce il fascicolo
La vicenda giudiziaria prende forma dopo la querela depositata da Andrea Righi, avvocato di Alfonso Signorini, che ha fatto scattare l’indagine della Procura di Milano. Nel fascicolo risultano il sostituto procuratore Alessandro Gobbis e l’aggiunta Letizia Mannella, con l’iscrizione di Fabrizio Corona nel registro degli indagati. L’obiettivo, per la difesa, è riportare la discussione su un terreno verificabile: atti, acquisizioni, eventuali sequestri e responsabilità individuali. In questo quadro, la strategia di Signorini resta improntata alla prudenza: parlare poco in pubblico, affidandosi alle sedi competenti.
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Fabrizio Corona dopo l’interrogatorio: il “sistema Signorini”
Dopo l’interrogatorio, Fabrizio Corona non si è sottratto alle domande dei cronisti e ha sostenuto di aver dedicato “pochi minuti” al capo di imputazione, concentrandosi invece sul presunto “sistema Signorini”. È qui che la narrazione si allarga e diventa più rumorosa: Corona parla di dinamiche e relazioni che, a suo dire, ruoterebbero intorno al mondo dello spettacolo. L’avvocato di Alfonso Signorini legge questa scelta come un modo per spostare il baricentro: meno sul revenge porn, più su accuse che al momento non sono il cuore del procedimento descritto dal legale.
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Accuse di estorsione e tentata estorsione al GF Vip
Secondo quanto dichiarato da Fabrizio Corona alla stampa, l’accusa rivolta a Signorini sarebbe di estorsione e tentata estorsione ai danni di giovani aspiranti partecipanti al GF Vip. Righi, però, insiste su un punto: “si sta perdendo il focus” su ciò che oggi risulta in contestazione. L’avvocato di Alfonso Signorini non entra nel merito delle accuse parallele e sceglie di rimarcare la cornice giuridica del procedimento. Intanto, inevitabilmente, il nome del GF Vip torna nel dibattito pubblico, trascinando con sé sospetti, retroscena e interpretazioni spesso non verificabili.
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Condivisioni e chat: i rischi per chi diffonde
Un altro passaggio evidenziato dall’avvocato di Alfonso Signorini riguarda la filiera della diffusione. Non solo chi pubblica, ma anche chi passa materiale e chi alimenta la circolazione. Righi sostiene che potrebbero finire nel registro degli indagati anche coloro che avrebbero condiviso con Fabrizio Corona le immagini. E punta il dito sulle nuove diffusioni avvenute in trasmissione: anche con alcune parti “opacizzate”, il tema resta la ricezione e la divulgazione di contenuti sessualmente espliciti. In un’epoca di inoltri facili, il messaggio è netto: ogni condivisione può avere conseguenze.
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L’ombra dell’agenzia e il prezzo per entrare al GF
Nella parte finale, l’avvocato di Alfonso Signorini riferisce di aver appreso da notizie di stampa un dettaglio che, se confermato, aprirebbe scenari delicati. Corona avrebbe parlato di un’agenzia che, dietro pagamento di 50 o 100 mila euro, si occuperebbe di “procurare la possibilità di entrare al GF”. Righi non commenta e chiude con un invito implicito alla riflessione: “lascio a voi le conclusioni”. È una frase che pesa perché richiama il tema delle scorciatoie e della credibilità del sistema, mentre l’attenzione pubblica resta alta su GF Vip e sui meccanismi che ruotano attorno alla notorietà.
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Nel mezzo di una storia che mescola tribunali e palcoscenico, la scelta dell’avvocato di Alfonso Signorini è riportare tutto a un punto fermo: la responsabilità della diffusione e il rispetto della persona. Il resto, tra rumore e supposizioni, rischia di coprire i fatti. Per continuare a leggere gli sviluppi con chiarezza e misura, restate con noi: raccontiamo la cronaca senza perdere il senso delle proporzioni.
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