Da quando Fabrizio Corona è stato trasportato in psichiatria dopo essersi ferito ai polsi alla notizia che dovrà ritornare in carcere e scontare una pena fino al 2024, non si fa altro che parlare di lui. Molti personaggi dello spettacolo hanno manifestato la propria solidarietà all’ex re dei paparazzi, firmando una petizione per la sua scarcerazione. Ma la situazione in psichiatria sta peggiorando di giorno in giorno, tanto che Corona ha spiegato cos’è successo attraverso una lettera a Massimo Giletti.
La lettera di Fabrizio Corona a Massimo Giletti
Nel corso dell’ultima diretta di Non è l’Arena, Massimo Giletti ha aperto il capitolo Fabrizio Corona. In particolare ha deciso di leggere una lettera a lui indirizzata: “Dite a Massimo che sto male, sto molto male. Ho chiesto di poter andare in bagno a fumare. Mi hanno dato un accendino, sono controllato a vista praticamente da tre uomini della polizia penitenziaria. Mi siedo sul water e mi metto a fumare a torso nudo coi pantaloni tirati su. Vedo sul mio braccio destro la ferita del giorno prima, due punti di sutura, me la sono fatta pugnalandomi con una penna Bic. La guardo, fumo, la riguardo, a quel punto scatta qualcosa nel mio cervello. Provo a scavare nella ferita ma sono leggeri e si rompono. Mi avvicino con la bocca alla ferita, a poco a poco spingendo sempre più di più riesco ad afferrare i punti del giorno prima con la bocca e con i denti. Li tiro, si rompono”.
Fabrizio Corona: momenti di panico in psichiatria
Continuando la lettera, Massimo Giletti legge: “Schizza il sangue, ovunque, sulla faccia, sulla bocca, sulle braccia, sugli occhi, sul petto. Sento uno strano sapore, mi piace, è amaro, e continuo, sono convinto che dentro la ferita ci siano i pezzi dell’ambulanza rotta”. E ancora: “È notte e come un cannibale mordo tutto, pelle, file di punti, carne, tatuaggi, pezzettini di vetro. Sono incontenibile, non ho più freni“. Ecco che il racconto di Fabrizio Corona arriva al momento in cui cinque infermieri aprono la porta e vedono “un uomo di 47 anni seduto sul cesso che si mangia il suo braccio, c’è chi urla, chi piange, chi mi abbraccia, io sono impassibile, guardo solo il vuoto, sono uno psicopatico in un ospedale psichiatrico”.
Fabrizio Corona e la confessione a Giletti
La lettera di Fabrizio Corona si conclude con altre frasi shockanti, le quali Massimo Giletti ha letto con la voce rotta e molto pathos: “Massimo devi sapere che quando il giorno della revoca (della detenzione domiciliare, ndr) mi sono tagliato una lama affilata il braccio sinistro maciullandomi, non ho provato dolore, nemmeno quando con un pugno ho rotto il vetro dell’ambulanza, io non avevo dolore, non avevo paura e non mi interessava il rischio della morte”.
L’ex re dei paparazzi, d’altronde, è convinto: “Sono pronto a morire per i miei diritti. Nulla, Massimo lo deve sapere, era premeditato”.