Le ultimissime news sul tema della riforma delle pensioni giungono dall’onorevole Titti di Salvo, che ha fatto chiarezza negli ultimi giorni, ospite del programma ‘Mi Manda Rai Tre’, su quota 41, ape social, ape volontaria e la proroga dell’opzione donna al 2018. Ecco tutti i dettagli a riguardo e il punto della situazione.

Pensione anticipata, donne e lavoratori precoci: quota 41 ma non per tutti

Titti di Salvo rispondendo a dei messaggi whatsapp pervenuti nel corso della trasmissione spiega come la quota 41 così come l’APE social siano volutamente indirizzati a quanti hanno maggiori difficoltà, in quanto è giusto che per queste persone vi sia l’accesso gratuito alla quiescenza.

Dal momento che vi sono ristrettezze di bilancio e altresì corretto che per gli altri valga l’opzione di libera scelta, ossia chi tra i più fortunati decidesse di accedere alla pensione prima volontariamente è corretto che paghi una quota, proporzionale agli anni di anticipo, per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.

Pensione anticipata, donne e lavoratori precoci: troppi limiti alla quota 41

 

I paletti sono effettivamente diversi e rigidi, pochi coloro che riusciranno ad accedere alla misura quota 41 così come pensata dal Governo. Proprio per questa ragione i lavoratori precoci continuano a confidare nella buona riuscita dei prossimi tavoli di Governo che si terranno il 1 marzo ed il 23 marzo.

Si spera che i sindacati riescano ad ottenere almeno platee più ampie per l’accesso alla quota 41, maggior numero di lavori considerati gravosi e l’eliminazione dell’aspettatitva di vita. Inoltre domattina si terrà un importante incontro tra i precoci e Leondardi, consigliere economico della Presidenza del Consiglio. Al momento restano a bocca asciutta anche le lavoratrici che ambivano alla proroga di opzione donna al 2018.

Pensione anticipata, donne e lavoratori precoci: addio proroga al 2018?

 

Titti di Salvo fa altresì chiarezza sulla proroga di opzione donna 2018: al momento, dice, ciò non sarà possibile, sebbene i fondi paiano apparentemente esserci. In quanto, spiega, questi serviranno a rispettare la cristallizzazione di un diritto già acquisito.

L’onorevole spiega che fino a quando anche l’ultima delle 36.000 donne che potenzialmente avrebbe diritto ad opzione donna, come sancito dalla 243/2004, non usufruirà del beneficio, quei soldi non potranno essere spesi per altro, in quanto dovranno essere conservati nell’eventualità che questa lavoratrice, già titolare di un diritto, ci ripensi. Le lavoratrici iscritte al gruppo ‘Opzione donna proroga al 2018’ ancora sperano che qualcosa possa cambiare, dato che,  è stato accolto con ‘raccomandazione’ l’ordine del Giorno al Milleproroghe dell’onorevole Maestri che impegna il governo a valutare ogni possibilità di impiego delle risorse non utilizzate per consentire il proseguo della sperimentazione. I