Sta attirato molta curiosità la scelta di Sergio Sylvestre. Quale? Quella di cambiare il suo nome d’arte. Nel corso dell’ultima puntata di Battiti Live, infatti, i telespettatori hanno potuto conoscere Big Boy ovvero il nuovo nome dell’ex allievo di Amici di Maria De Filippi. Dopo alcuni momenti di perplessità, in quanto nessuno aveva ancora capito di chi si trattasse, il web ha cercato i motivi del cambiamento. Stando ai rumors, la decisione sarebbe arrivata per scopi economici.
Sergio Sylvestre: adesso è Big Boy
Si era sollevato un alone di mistero quando il presentatore di Battiti Live aveva annunciato l’arrivo di Big Boy. In piazza, così come a casa, tutti si stavano chiedendo chi fosse questo nuovo artista. E’ stato letteralmente sorprendente l’arrivo di Sergio Sylvestre, il quale ha così confermato l’inizio di una nuova carriera artistica. Ebbene sì perché l’ex allievo di Amici di Maria De Filippi ha deciso di cambiare nome proprio per migliorare la sua posizione. Da troppi anni, il cantante vive ai margini del panorama musicale, spesso invitato solo ai concerti di fine anno e mai preso realmente in considerazione per il suo genere. Ecco quindi che, in concomitanza con il suo manager, sarebbe arrivato alla conclusione che cambiare nome in Big Boy può renderlo più riconoscibile.
Sergio Sylvestre: i motivi del cambio nome
Voce dirompente e stazza da giocatore da football americano, eppure Sergio Sylvestre non è mai realmente riuscito a lasciare il segno da quando è uscito da Amici di Maria De Filippi. Un vero peccato, a detta del suo nuovo manager, che, in virtù dei risultati degli ultimi anni, avrebbe consigliato all’artista di virare sul nuovo nome, più rappresentativo e più facile da ricordare. Una mossa di business direbbero gli analisti, in quanto l’obiettivo e rilanciarsi a piedi uniti nel panorama della musica. Con questo nuovo nome, Sergio, ora Big Boy, si aspetta di ottenere numeri più alti in termini di ascolti, e pronto a pubblicare un nuovo singolo. Una scelta che ha diviso i suoi stessi fan: una parte si è detta d’accordo, un’altra ha sostenuto: “Non serve cambiare nome, bensì lavorare sodo”.