La finale dell’Isola dei Famosi si avvicina ed è tempo di tirare un po’ le somme per gli autori del reality. E’ stata un’edizione scoppiettante in quanto gli ascolti sono stati altissimi grazie al cast che si è dimostrato assai vincente e dinamico. Tuttavia, la scelta di prolungare il gioco non è stata una grande mossa per i naufraghi che sono sbarcati in Honduras. Il numero di infortuni è stato davvero alto, il che ha portato gli autori a scusarsi con i concorrenti e a prendere una clamorosa decisione.
Isola dei Famosi: un’edizione piena di infortuni
Mai come quest’anno l’Isola dei Famosi ha registrato ascolti pazzeschi, ma sono pesati come un macigno i tantissimi infortuni. Molti concorrenti sono stati costretti al ritiro a causa di problemi fisici, alcuni di questi proprio ad un passo dalla fine come Edoardo Tavassi e Marco Cucolo. Il motivo di questo è da attribuire probabilmente alla durata del gioco, estremamente lunga se si pensa al tipo di reality (faticoso perché i naufraghi tendono a deperirsi settimana in settimana). Ecco quindi che, in questo caso, il bilancio è sicuramente negativo in quanto anche la situazione economica per fronteggiare a tali evenienze si è fatta sentire: gli autori hanno pagato le cure mediche a tutti gli infortunati e sono stati costretti a risarcire Patrizia Bonetti di una cifra che, secondo gli esperti, si aggira intorno al milione di euro.
Isola dei Famosi: le scuse degli autori
Ora che la finale è ad un passo, la produzione dell’Isola dei Famosi avrebbe contattato tutti i concorrenti di questa edizione. I motivi della chiamata sarebbero sostanzialmente due: invitarli all’ultima puntata e scusarsi per la durata dell’edizione. Ebbene sì perché, secondo gli esperti, gli autori si sarebbero resi conti dell’estrema lunghezza del gioco, il che avrebbe contribuito agli infortuni. Ecco quindi che, soprattutto ai ritirati, sarebbero arrivate le dovute scuse.
E non solo, tutto ciò avrebbe persino spinto a fare un passo indietro: non ci saranno più edizioni così lunghe, ma si arriverà ad un massimo di due mesi.