Sono passati pochi giorni da quando Blanco ha distrutto la scenografia di Sanremo 2023. Durante l’esibizione, come ricordiamo, il cantante aveva avuto un problema tecnico con la cuffia e aveva deciso di reagire dando calci a rose e vasi. Il momento è stato subito condannato dai media e dalla platea, anche se qualcuno ha sospettato che tutto fosse stato preparato. Nel marasma generale, la procura di Imperia ha aperto un’indagine sul cantante con l’accusa di danneggiamento.

Sanremo 2023: Blanco indagato dalla procura di Imperia

La reazione di Blanco durante la performance a Sanremo 2023 è ancora chiara e nitida nella testa dei telespettatori. Tra chi ha puntato il dito contro di lui e chi ha sostenuto che fosse tutto preparato, sono emerse diversi retroscena che infittiscono il caso. Tuttavia, la versione più papabile è quella secondo cui il ragazzo avrebbe dovuto rotolarsi nelle rose, ricordando quindi il suo brano “L’isola delle rose“, invece che di distruggere l’intera scenografia. Insomma, la situazione sarebbe sfuggita di mano.

E ora arrivano le conseguenze: la procura di Imperia l’ha iscritto nel registro degli indagati per l’accaduto dell’8 febbraio scorso con l’accusa di danneggiamento per aver preso a calci e distrutto le rose presenti sul palco del Festival di Sanremo; gli inquirenti ora dovranno verificare l’eventuale accordo tra Rai e artista, o se invece, come il Servizio Pubblico ha affermato a più riprese, si sia trattato di una reazione fuori programma dovuta appunto al problema audio.

Sanremo 2023: cosa rischia il cantante?

Già nelle ore successive alla non-performance di Blanco a Sanremo 2023, il Codacons aveva presentato un esposto alla procura di Imperia e anche alla Corte dei Conti, denunciando il cantante proprio per il reato di danneggiamento, oltre a richiedere un risarcimento danni alla Rai per i fiori distrutti.

Ma cosa rischia davvero l’artista? In attesa di capire il livello del danno, si ricorda che l’art. 635 afferma che “chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto previsto dall‘articolo 331, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”.

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