Qualche settimana fa, Flavio Briatore è finito su tutti i giornali perché è risultato positivo al Coronavirus e tra chi diceva che le sue condizioni di salute erano pessime, e chi azzardava teorie complottiste, l’imprenditore è tornato a farsi vedere più pimpante che mai. La cura ha dato i suoi risultati nonostante l’abbia messo a dura prova. A dichiararlo è proprio lui stesso che, in occasione di una lunga intervista al Corriere della Sera, ha spiegato cosa sta succedendo in Sardegna.
Flavio Briatore: ecco cosa starebbe accadendo in Sardegna
La curva dei contagi in Italia è aumentata terribilmente quando i cittadini sono ritornati dalle vacanze, soprattutto dopo quelli che hanno fatto ritorno dalla bellissima Sardegna. Tra i tantissimi positivi al Coronavirus, c’è stato anche Flavio Briatore che, una volta guarito, ha deciso di esprimere la sua opinione su quello che sta accadendo nella regione insulare. Da sempre un difensore della Sardegna, l’imprenditore ha rilasciato queste parole al Corriere della Sera.
L’imprenditore non ci sta: “Ci sono discoteche di destra e discoteche di sinistra”
“Il caso Sardegna è stato un attacco orchestrato politicamente” ha dichiarato. “L’isola ha avuto 10 milioni di turisti e mille e trecento positivi, ed ecco che è passata come il focolaio dei focolai mediaticamente. Il messaggio era che qui tutti avevano il virus e in Emilia no: solo le discoteche di destra avevano il Coronavirus, quelle di sinistra no”. L’attenzione dell’intervista al Corriere della Sera e poi passata sullo stato di salute di Flavio Briatore che, nonostante lo spavento, ora sta bene.
Flavio Briatore parla del suo stato di salute e il post Covid-19
“Va meglio, ho appena fatto quasi cinque chilometri di camminata” ha dichiarato. Tuttavia, il Coronavirus l’ha messo alla prova: “Sono state brutte la solitudine e l’impossibilità di vedere mio figlio”. E poi spiega: “Non ho mai detto di non stare attenti, ma solo che non si può fermare il Paese. Bisogna usare mascherine eccetera, ma dobbiamo far ripartire l’economia. I bollettini andrebbero dati una volta a settimana, darli ogni giorno spaventa e distrae da disoccupazione, povertà, ritardi nell’erogazione dei sussidi e incapacità del governo”.
Inutile dire, però, che non tutti sono stati d’accordo con questa interpretazione.