Il racconto di Giorgio Assumma, storico legale e confidente di molte star dello spettacolo italiano, nonché caro amico di Maurizio Costanzo, 88 anni, si concentra sulla scomparsa del celebre giornalista, conduttore, autore e personalità televisiva italiana avvenuta venerdì mattina presso la clinica Paideia di Roma. Costanzo, che era stato ricoverato in segreto per una decina di giorni, aveva solo 84 anni e una carriera incredibile tra giornali e televisione alle spalle.
Maurizio Costanzo, un ricovero tenuto nascosto e l’ultimo contatto con Assumma
La notizia del suo ricovero era stata tenuta nascosta persino al personale della clinica, e solo pochissimi amici e familiari avevano potuto visitarlo. Tra di loro, oltre ad Assumma, c’erano la moglie Maria De Filippi e i figli Saverio, Camilla e Gabriele. Assumma spiega che aveva parlato con Costanzo ogni giorno per 50 anni, anche giovedì mattina, quando lo aveva sentito dalla clinica Paideia, dove il giornalista si era ripreso dopo un intervento e sembrava in gran forma: lucido, pieno di idee e con la mente perfettamente a posto. Non c’era alcun sentore che potesse finire così.
La notizia dell’aggravamento di Maurizio Costanzo
Purtroppo, venerdì mattina Costanzo si è aggravato all’improvviso e Assumma non ha potuto far altro che andare a trovarlo quando ormai era troppo tardi. La morte di Costanzo ha sconvolto molti, in particolare la moglie Maria De Filippi, che era solita visitarlo mattina e sera alla clinica e che ora si trova molto provata.
Una grande perdita per la televisione italiana
Tuttavia, nonostante la tristezza per la perdita di Costanzo, Maria ha continuato a lavorare come sempre, recandosi negli studi di Mediaset per registrare i suoi programmi come “Amici”, “C’è posta per te” e “Uomini e donne”. La morte del celebre volto di Mediaset ha lasciato un vuoto nella televisione italiana e nel cuore di molti.
Ora che Maurizio Costanzo non c’è più non bisogna mai dimenticare che ha lasciato a tutti un patrimonio inestimabile costruito durante tutta la sua vita.
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