Filippo Turetta, il ventiduenne più ricercato d’Europa, ha terminato la sua fuga per fame dopo aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Nella sua Punto nera, rimasta senza benzina, sono stati trovati resti di cibo. Questo articolo esplora la sua fuga, le soste lontano dalle telecamere e i dettagli della sua vita da latitante.

Omicidio Giulia Cecchettin, la Fuga di Filippo

Filippo Turetta ha dovuto centellinare pochi alimenti per sopravvivere una settimana. Si è fermato solo davanti a qualche distributore automatico durante il suo giro tra Veneto, Austria e Germania. Non sembra aver avuto il tempo o l’audacia di entrare in un bar o in un ristorante. Non ci sono tracce di una sosta in una struttura ricettiva nelle annotazioni della polizia giudiziaria.

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Il nascondiglio di Filippo Turetta

La Punto nera  di Filippo Turetta è stata il suo nascondiglio perenne, una sorta di camera da letto e anticamera della prigione. Le sue soste sono state brevi, approfittando del buio e della scarsa presenza di altre macchine lungo le strade. Non risulta che sia stato ospitato in un hotel, ma non è escluso che nei primi giorni abbia fatto una sosta in un affittacamere o un bed and breakfast clandestino.

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La fine della fuga di Turetta

Per dormire, Turetta ha adottato solo qualche semplice precauzione: soste nelle piazzole, sul ciglio della strada, o in stradine polverose, soprattutto sotto gli alberi. Ma mai nelle aree di servizio, dove le telecamere rischiavano di farlo cadere in trappola quasi in tempo reale. La sua vita da latitante non è durata a lungo. Ha passato giorni senza bere un goccio d’acqua e senza mangiare. Non è stato capace di vivere alla macchia quanto aveva immaginato e quanto avrebbe voluto.

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Il cedimento di Filippo Turetta

Le immagini più chiare e di luoghi diversi mancano ancora nel faldone che gli investigatori stanno costruendo giorno dopo giorno, ripercorrendo a ritroso questa settimana di ricerche. La caccia alle registrazioni è ancora in corso e sarà molto utile anche a capire se Turetta abbia percorso da solo gli oltre mille chilometri che separano le rive del lago di Barcis, dove il cadavere di Giulia è stato scaraventato come un sacco, e l’autostrada tedesca vicino ad Halle. Quando i soldi sono finiti, per Turetta sono finite anche le speranze. Si è accesa la spia della riserva di carburante sulla Punto nera e la fame ha iniziato a far sentire pesantemente i suoi effetti. Dopo giorni di digiuno, le possibilità di andare ancora lontano si sono affievolite sempre più velocemente. Era provato, quando gli agenti della “polizei” lo hanno ammanettato.

Forse, Filippo Turetta non voleva accettare di essere lasciato aveva pensato di fare marcia indietro. Ma la macchina era a secco. E lui senza più forze.

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