Ha dell’incredibile quanto successo nella notte nel bosco della droga di Rogoredo, alla periferia di Milano, ritrovo di spacciatori e tossicodipendenti, dove neanche la polizia osa entrarci. Fabrizio Corona, infatti, è stato aggredito e pestato a sangue da una banda di pusher. L’uomo si trovava lì non per acquistare droga, come ha malignato qualcuno, ma per un servizio giornalistico sullo spaccio. Assieme a lui, infatti, si trovava un addetto ai lavori di una società che si occupa dei servizi per “Non è l’Arena”, il programma di Giletti.
Fabrizio Corona aggredito dagli spacciatori nel bosco della droga di Rogoredo
Nella notte, inspiegabilmente, Fabrizio Corona si trovava nel famigerato nel bosco della droga di Rogoredo. Si tratta di un posto off limits anche per le forse dell’ordine, dove ogni giorno si spaccia a cielo aperto. Entrarci è estremamente pericoloso, tanto più per un volto noto come quello dell’ex paparazzo dei vip. Prima di lui ci avevano provato inviati de Le Iene e di Striscia la Notizia, ma avevano dovuto mettere delle telecamere nascoste su dei tossici consenzienti, perché se fossero entrati, gli inviati potevano essere riconosciuti.
Sulla scena del crimine sangue ovunque, le foto di Corona in barella
L’ex re dei paparazzi era andato lì con solo un collaboratore della società che fornisce materiale per la trasmissione “Non è l’Arena” di Giletti. A suo dire era proprio per il programma in questione che stava realizzando un servizio. Stando a quanto raccontato da Fabrizio Corona, all’improvviso un ventina di spacciatori stranieri. Probabilmente lo avevano riconosciuto, lo hanno circondato prendendolo a calci e pugni. Sempre su Instagram, Corona ha postato le sue foto steso su una barella in un’ambulanza, gli occhi chiusi.
Il drammatico racconto, un reportage sul mondo della tossicodipendenza
Ecco il racconto fatto dall’ex compagno di Belen Rodriguez: “Stasera mi sono recato al Bosco di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio italiano, dove anche la polizia si rifiuta di entrare. Io mi sono recato lì solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l’Italia e la povera gente che vede uno stato inerme e una polizia disinteressata”. E ancora, l’uomo ha raccontato di aver avuto paura che lo ammazzassero. È stato infatti circondato all’improvviso e colpito con violenti calci e pugni al volto.
Un grosso spavento non solo per lui, ma soprattutto per i suoi cari, in una notte drammatica che tutt’ora è al vaglio degli inquirenti, i quali chiariranno eventuali responsabilità dell’uomo.