In questi giorni, la cronaca italiana ha documentato un fatto a dir poco ignobile accaduto a Roma. Una coppia di fidanzati gay è stata brutalmente attaccata e picchiata da un uomo solo perché si erano baciati in pubblico. Un episodio che ha scatenato la protesta web di tantissimi personaggi dello spettacolo. In primis quella di Gabriel Garko e Tommaso Zorzi. I due volti noti, infatti, hanno lanciato un duro appello riguardo il voto sulla legge Zan contro l’omofobia.
Garko e Zorzi: il messaggio alla coppia aggredita
Nonostante siamo nel 2021, è accaduto ancora e per l’ennesima volta: due gay sono stati aggrediti a Roma e il video sta facendo il giro del web. Mentre si trovavano alla stazione romana Valle Aurelia, due ragazzi sono stati presi a pugni e calci da un uomo. Uno dei due ha raccontato che si stava scambiando un bacio con il suo compagno quando la persona in questione ha iniziato a urlare di vergognarsi, poim come si vede dal video, ha attraversato i binari della ferrovia e ha iniziato a colpirli. Immediate le reazioni politiche e dei personaggi televisivi che invocano nell’immediato il voto sulla legge Zan contro l’omofobia. Tra questi Gabriel Garko e Tommaso Zorzi che hanno gridato “basta”.
Garko e Zorzi: le parole dei due
Uno dei primi a far sentire la propria voce riguardo questo orrendo episodio è stato Gabriel Garko che ha voluto dire la sua sui social. In una serie di Stories sul suo profilo Instagram, l’attore (che avrebbe un flirt con Zorzi) ha pubblicato una serie di immagini in cui uomini e donne si baciano sulle labbra e a chiunque dovessero infastidire ha scrritto che “è pregato di non seguirmi più”. Allo stesso modo ha fatto Tommaso Zorzi che si è sfogato su Instagram: “Dico basta a questa mer*a”. Il tutto accompagnato dal video dei ragazzi gay picchiati a Roma.
Garko e Zorzi: come stanno ora i ragazzi?
Stando a quanto rivelato sul web, l’associazione Gaynet ha fatto sapere che non ci sono state gravi conseguenze fisiche per i ragazzi picchiati nella stazione di Valle Aurelia. L’aggressore è stato denunciato pubblicamente per agevolare l’iter legale.
A quanto si apprende la polizia avrebbe faticato a comprendere il movente omofobo per cui è stata necessaria un’integrazione della denuncia per mettere nero su bianco la richiesta di recuperare i video prodotti dalle telecamere di sicurezza della stazione.