Emilio Fede, storico giornalista e simbolo del TG4, è morto a 94 anni nella Residenza San Felice di Segrate, a Milano. Negli ultimi mesi era sotto stretta osservazione per condizioni legate all’età avanzata e a patologie croniche. La notizia è stata confermata dalle figlie Sveva e Simona, che lo hanno assistito fino all’ultimo. La primogenita aveva descritto il trasferimento in terapia intensiva, sottolineando la sua dignità anche nei momenti più duri. È la fine di una carriera lunga e controversa, ma soprattutto di una vita vissuta al centro della cronaca italiana.

Le ultime ore di Emilio Fedez: conferma della famiglia e lotta fino alla fine

Emilio Fede era ricoverato da mesi nella Residenza San Felice, dove il quadro clinico è peggiorato nelle ultime ore. Sveva e Simona hanno confermato stasera la scomparsa, ricordando la sua forza e la sua tenacia. La primogenita aveva riferito del passaggio in terapia intensiva, evidenziando la resistenza del padre. Il contesto familiare è stato di riservatezza, di vicinanza e di affetto nel momento dell’addio.

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La salute di Emilio Fede: la presunta diagnosi del 2014 e i controlli successivi

Nel 2014 a Emilio Fede fu indicata una possibile neoplasia pancreatica; i primi accertamenti e gli esami avevano ipotizzato una prognosi di pochi mesi. Ulteriori approfondimenti evidenziarono un errore di valutazione e, negli anni, il giornalista si è sottoposto a controlli periodici. Negli ultimi tempi le condizioni generali, complicate da età e patologie, hanno portato al ricovero e al decesso odierno.

Le origini di Emilio Fede e la Rai: dagli esordi al TG1 a colori

Nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1931, Emilio Fede mosse i primi passi tra carta stampata e programmi Rai come Il Circolo dei Castori. Negli anni ’60 divenne inviato speciale e poi conduttore del TG1, presentando anche la prima edizione a colori. Questa traiettoria consolidò il suo profilo tra rigore, presenza scenica e riconoscibilità televisiva.

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Emilio Fede: la direzione al TG1 e il passaggio a Fininvest/Mediaset

Dal 1981 al 1983 fu direttore del TG1, guidando la testata durante eventi come Vermicino. Dopo l’uscita dalla Rai nel 1987, approdò a Fininvest, guidando VideoNews, Studio Aperto e infine il TG4 dal 1992 al 2012. In quei vent’anni divenne uno dei direttori più longevi, vicino a Silvio Berlusconi, e un volto centrale dell’informazione commerciale.

Polemiche, processi, ritorni: una figura sempre divisiva

La carriera di Emilio Fede è stata segnata da polemiche, accuse di parzialità e vicende giudiziarie, tra cui il caso Ruby. Nonostante tutto, il giornalista ha cercato di tornare con rubriche e ospitate, come Parole di Fede su Visto e Punti di Vista. La sua immagine è rimasta insieme iconica, discussa e indelebile per più generazioni di telespettatori.

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La famiglia di Emilio Fede: l’amore per Diana De Feo e il ricordo di Sveva

Diana De Feo, giornalista e senatrice, fu sposata con Emilio Fede dal 1965 fino alla scomparsa nel 2021. Dal matrimonio sono nate Sveva e Simona, sostegno costante nella vita privata. In un ricordo condiviso oggi, Sveva ha detto: “Ha lottato fino in fondo, ma se ne è andato tranquillo perché sapeva di raggiungere la mamma… grazie di averci insegnato a non mollare mai”. Parole che restituiscono dignità, fedeltà e gratitudine.

Eredità televisiva: un impronta che divide ma che resta

Emilio Fede lascia un’eredità fatta di stile riconoscibile, di scelte editoriali forti e di televisione intesa come narrazione quotidiana del Paese. Nel bilancio restano successi, contraddizioni e memorie collettive: l’immagine di un direttore che ha attraversato decenni di informazione, segnando il rapporto tra notizia e spettacolo.

Un addio che parla alla memoria televisiva di un Paese: nel saluto a Emilio Fede convivono riconoscimenti, critiche e gratitudine. Resta la certezza di una presenza che ha accompagnato milioni di italiani, e l’immagine privata di un uomo che ha amato, ha combattuto, ha resistito.

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