Dietro la morte di Gianluca Vialli, avvenuta il 6 gennaio 2023, stanno emergendo alcuni retroscena a dir poco allarmati sul mondo del calcio. E’ chiaro che non bisogna mai generalizzare, ma sono tanti gli ex calciatori ad aver manifestato le proprie preoccupazioni puntando il dito contro l’abuso dei farmaci che circolavano nelle società del passato. Diverse testimonianze hanno gettato ombre su cosa girava intorno a questo sport, il quale potrebbe aver messo a rischio la salute degli atleti.
Morte Vialli: la preoccupazione degli ex calciatori
Non solo Gianluca Vialli, morto dopo un tumore al pancreas, ma anche Paolo Rossi, deceduto dopo un cancro ai polmoni, Sinisa Mihajlovic, scomparso dopo la lotta contro la leucemia, Pietro Anastasi, morto di Sla, e tanti altri. E’ chiaro, dunque, che ci potrebbe essere una correlazione tra malattie e i calciatori del passato. Uno dei primi a dichiarare apertamente che qualcosa non va è Dino Baggio, ex centrocampista della nazionale italiana. L’atleta ha aperto il vaso di pandora: “Sta succedendo a troppi calciatori, sono preoccupato”. E ancora: “Prendevamo un sacco di farmaci, diteci cos’erano”. A fargli eco, Florin Răducioiu: “Facevo flebo con un liquido rosa, lo ricordo perfettamente. Lo ammetto, ho anche preso delle medicine. Chiamerò il medico che ci seguiva a Brescia per saperne di più e capire cosa ho preso negli anni in cui giocavo al Milan, al Verona e a Brescia. Non sapevo cosa ci fosse dentro le flebo”.
Morte Vialli: il Micoren nel calcio
Uno dei farmaci più usati nel calcio degli anni 80-90 sembrerebbe essere stato il Micoren, come testimoniano diversi calciatori di quel tempo. Di recente, Massimo Brambati, ex difensore del Torino, ha dichiarato: “Prendevamo Micoren come caramelle”. Stando agli esperti, questo farmaco era diffusissimo in quel periodo e potrebbe avere qualche correlazione con le malattie. Il suo principio attivo è un’associazione di due farmaci, la cropropamide e la crotetamide, che presenta un’azione stimolante la respirazione. Si presume, dunque, che venisse assunto per resistere più a lungo in mezzo al campo ed evitare il “fiatone”.
Ciò che allarma in questo tipo di farmaco è che, dopo la somministrazione orale, presenta una bassa biodisponibilità (tra il 24% e il 32%) che pare comportare uno scarso assorbimento nel tratto gastrointestinale.
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